Montagna Magica

[:it]I Custodi dei Numeri D’Alta Quota: Himalayan Database e 8000ers.com [:]

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L’alpinismo d’alta quota non è certamente uno “sport” tradizionale : non esistono competizioni ufficiali né improbabili campionati, non sono stati istituiti organismi “certificatori” internazionali, non conosciamo arbitri ufficialmente riconosciuti , riguardo alle grandi scalate solitarie o in team.

Tuttavia, dietro le quinte, da decenni, alcune persone lavorano instancabilmente per registrare, verificare e convalidare le scalate in Himalaya e in Karakorum, senza un vero crisma di ufficialità, ma con un’autorevolezza riconosciuta e rispettata da tutta la comunità alpinistica internazionale.

La storia, o meglio le storie delle persone che operano dietro alle quinte, è affascinante e particolare, e vale la pena raccontarvela brevemente, per farvi comprendere la portata di questo difficile compito.  Per restituirvi almeno un’idea, dell’incredibile fatica che si deve produrre per raccogliere i dati, intervistare gli alpinisti, confrontare le fotografie, verificare le cartografie e le coordinate gps: tutto questo ripetuto per ogni spedizione internazionale su montagne d’alta quota.

I due personaggi chiave di questa storia sono Miss Elizabeth Hawley ed Eberhard Jurgalski, rispettivamente custodi e fondatori dell’Himalayan Database e del sito web 8000ers.com , ovvero le fonti più autorevoli a cui fare riferimento, per la loro mole incredibile di dati, statistiche e rapporti relativi alle scalate alpinistiche delle grandi montagne himalayane e del Karakorum.

La tradizione di raccogliere dati relative alle scalate, alle nuove vie aperte su montagne remote, risale a personaggi come Günter Oskar Dyhrenfurth e Marcel Kurz, che dagli anni ’30 cominciarono a compilare tabelle e raccogliere dati che pubblicarono nell’opera monumentale Chronique Himalayenne , uscita in due parti, la prima nel 1953 e la seconda nel 1963.

Altri ricercatori, non meno importanti, da varie nazioni, si dedicarono a lavori analoghi di verifica e archivio .

Sul finire degli anni ‘60 il club alpino Americano, attraverso il lavoro di una straordinaria donna  e con l’aiuto di Xavier Eguskitza , ricercatore basco di cui parleremo in seguito, finanziò e supportò il progetto dell’Himalayan Database.

L’Himalayan Database è la raccolta dati per eccellenza, per quanto riguarda l’alpinismo in Nepal. Nel database sono raccolte tutte le informazioni riguardanti le spedizioni e le salite sulle montagne nepalesi. Miss Elizabeth Hawley, straordinaria donna appena citata, e figura assolutamente riverita da ogni alpinista passato da Kathmandu, che oggi ha 93 anni, iniziò nel 1963 a registrare tutte le spedizioni in Nepal.

Il rito compiuto da quasi ogni alpinista, subito dopo una spedizione, consisteva nel prendere un the con Miss Hawley  ed essere intervistati sui propri obiettivi alpinistici raggiunti, con il proverbiale acume e capacità di capire, da parte dell’energica americana, quando nel racconto emergevano contraddizioni. Il timbro di ufficialità di una vetta arrivava solo es esclusvamente dopo sue le attente verifiche .

 

Elizabeth Hawley

 

Miss Hawley E’ stata attiva fino a pochi anni fa e dal 2016 il testimone è stato raccolto dalla tedesca Billi Bierling, già alpinista e fida collaboratrice di Miss Hawley dal 2004.

Billi Bierling

 

Oggi Billi Bierling sta compiendo un notevole lavoro di evoluzione e modernizzazione nella gestione del Database, costituendo anche un fidato comitato di collaboratori, tra cui il francese Rodolphe Popier, eccellente ricercatore specializzato in comparazione di immagini, verifiche cartografiche e delle testimonianze.

 Rodolphe Popier

Fino ad oggi, per consultare il database, bisognava acquistare il CD dove venivano registrati i dati, non di facilissima reperibilità e quindi privilegio di pochi appassionati ed esperti.

La bellissima notizia è che dal prossimo mese di Novembre l’intero archivio dell’Himalayan Database sarà disponibile online, gratuitamente.

8000ers.com , l’altra fonte inesauribile di informazioni e statistiche, specializzata nelle scalate degli 8000 e dei 7000, è il risultato del monumentale lavoro di Eberhard Jurgalski , ricercatore tedesco e implacabile verificatore, sin dal 1981, che si avvale del lavoro del citato studioso basco Xaver Eguskitza  e di una rete di fidati collaboratori.

 

Eberhard Jurgalski

8000ers.com , come dice il nome, è un sito web e da sempre disponibile a tutti, con il suo Almanacco delle ricorrenze, le preziose liste sulle grandi imprese come “i 14 ottomila”, le verifiche su chi lo ha fatto con o senza ossigeno e così via.

Il lavoro di queste due entità semi ufficiali è stato messo in discussione negli ambienti alpinistici, a volte si sono verificati veri e propri scontri riguardo a controverse scalate, ai metodi utilizzati per validare una vetta raggiunta o meno ; questo dibattito è ovviamente naturale, in quanto per sua stessa natura, la verifica scientifica del raggiungimento di una vetta, seguendo una determinata “via”, non sempre è oggettivamente facile.

Certamente i tempi si sono evoluti, negli anni ’70 la testimonianza e un racconto esclusivamente orale valevano come prova, fotografie sfocate potevano anche bastare ; nei tempi della tecnologia, estensivamente usata dagli stessi alpinisti a loro supporto, le prove fotografiche e le misurazioni dei GPS , seppur non ancora perfettamente accurate, dovrebbero essere un requisito e una pratica comune, quando in gioco vi sono obiettivi alpinistici magari mai realizzati prima, o mai realizzati in condizioni estreme, come per le “Prime salite invernali” di un ottomila.

Quello che è certo, è che la presenza, la passione e il lavoro difficile ed impegnativo rappresentato dall’Himalayan Database e da 8000ers.com , sono esempio di una rete di persone che lavorano nel principio della condivisione e trasparenza delle più disparate imprese alpinistiche, e che la loro esistenza va incoraggiata, finanziata dai singoli e dalle Associazioni Alpinistiche e divulgata tra i giovani appassionati, per trasmettere non solo una serie di Archivi di freddi numeri statistici, ma per condividerne i valori di base, l’etica, la correttezza e la verifica collettiva di ogni impresa alpinistica. 

 

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